BALENOTTERA COMUNE

Il nome della specie, quindi, non è sinonimo di “balena piccola”; in realtà significa “dotata di pinna dorsale” che non è invece presente nelle “balene vere”, le quali sono più tozze ma di taglia inferiore rispetto alle balenottere. Nelle acque del bacino Corso-Ligure-Provenzale, la Balenottera comune è l’animale più avvistato dopo la Stenella striata. La sua presenza è strettamente correlata con quella del piccolo eufasiaceo Meganyctiphanes norvegica, suo principale alimento, particolarmente abbondante nel periodo estivo durante il quale le balenottere sono solite alimentarsi. La popolazione mediterranea, geneticamente  distinta dalle conspecifiche dell’Oceano Atlantico, si riproduce durante il periodo invernale; le balenottere hanno una gestazione che dura 11-12 mesi, il piccolo alla nascita misura circa 6 metri ed ha un peso di 2 tonnellate. Come in tutte le altre specie di cetacei, le cure parentali durano anche per un paio di anni , durante i quali è possibile incontrare gruppi di femmine (mediamente composti da 2-3 esemplari) con i loro cuccioli. Non esiste nella specie un’evidente dimorfismo sessuale, tuttavia le femmine raggiungono lunghezze leggermente superiori rispetto a quelle dei maschi. Tra i cetacei è una delle specie più longeve; può vivere fino a 90 anni.
Curiosità
Le Balenottere comuni, a differenza di tutte le altre balenottere, presentano la mandibola destra di colore bianco. La sfumature biancastre che caratterizzano il fianco destro dell’animale, insieme alla forma della pinna dorsale ed agli eventuali segni presenti su quest’ultima, costituiscono caratteri di riconoscimento individuale. Questi particolari, fotografati nell’ambito di un progetto di ricerca del Tethys Research Institute in Mar Ligure, hanno permesso di catalogare più di 400 esemplari, alcuni dei quali sono stati riavvistati e riconosciuti negli anni successivi.