Cetacei nel santuario

Santuario Pelagos e Cetacei 

I cetacei del Mar Ligure non lo sanno, ma il Santuario internazionale loro dedicato offre grandi speranze per l'avvenire: un'estesa area marina protetta in cui possono continuare a vivere, procacciarsi il cibo e riprodursi secondo ritmi che durano da milioni di anni. E' quello che ci auguriamo, una volta allontanate almeno alcune delle gravi minacce da cui, sotto varie forme, noi esseri umani siamo da tempo latori. Il primo passo per la salvaguardia è sempre la conoscenza: sapere significa poter agire nel modo migliore. La firma che sancisce l'istituzione del Santuario è un traguardo importante, una vittoria per istituti di ricerca, associazioni ambientaliste, forze politiche e cittadini sensibile, tutt'oggi resta molto da fare. Il compito che noi ci assumiamo è contribuire alla conoscenza, cercando di infondere nelle persone maggior consapevolezza e rispetto per il mare ed i suoi abitanti.
Adesso però" lasciamo gli ormeggi" e portiamoci Sulla Rotta delle Balene ... Uno straordinario viaggio tra onde, mare calmo, pinne e "soffi" che improvvisamente appaiono all'orizzonte, pronti a svelarci la bellezza e l'eleganza di questi meravigliosi animali.
di Barbara Nani e Marco Ballardini.
IL MAR LIGURE habitat ideale per i cetacei

Il Mar Ligure, soprattutto nella sua porzione occidentale, raggiunge profondità notevoli a breve distanza dalla costa. La piattaforma continentale, che per definizione si estende dalla riva a 200 m di profondità, è infatti poco estesa. Oltre alla piattaforma, lungo la scarpata, il fondale scende rapidamente fino alla batimetrica dei 2000 m, dove inizia l'ambiente pelagico. Una serie di fattori, quali l’azione dei venti di maestrale e di tramontana, delle correnti, ma soprattutto la condizione di omeotermia invernale, consentono il rimescolamento delle acque e la conseguente risalita in superficie dei sali nutritivi, che in altri mari rimangono in gran parte confinati nelle acque profonde. L'apporto di tali sostanze permette lo sviluppo del fitoplancton, che si trova alla base della rete alimentare e costituisce il nutrimento dello zooplancton, a sua volta preda di pesci, cefalopodi e mammiferi marini. Il gamberetto Eufasiaceo Meganyctiphanes norvegica, infatti è l'alimento principale della Balenottera comune (Balaenoptera physalus), la quale, insieme ad altre sei specie di cetacei, frequenta regolarmente le acque del Mar Ligure. L'abbondanza di nutrimento fa sì che, nell'ambito del Mar Mediterraneo, le acque alto tirreniche rappresentino una delle aree a maggior concentrazione di cetacei. Ognuna delle specie presenti è caratterizzata da un habitat preferenziale, strettamente correlato alla profondità del fondale; possiamo così distinguere specie costiere, di scarpata, pelagiche. Tuttavia, non esistendo in mare confini precisi, i mammiferi marini possono spostarsi liberamente ed essere talvolta avvistati in zone inusuali.


Il Santuario Internazionale per i Ceatcei

Il 25 novembre 1999 i governi di Italia, Francia e Principato di Monaco hanno firmato un accordo che sancisce, nel Mar Mediterraneo, l'istituzione di un'area marina protetta a carattere sovranazionale, denominata "Santuario Internazionale per i Cetacei". L'area che si estende per 96.000 Kmq, è delimitata ad Ovest da una linea congiungente la foce del Rodano e Capo Falcone in Sardegna; a Est una linea congiungente Capo Ferro, sulla costa orientale della Sardegna e Fosso Chiarone sulla costa occidentale dell'Italia. E' un tratto di mare ove la presenza di tali animali è considerata la più elevata di tutto il Mediterraneo, un habitat essenziale per la loro sopravvivenza. L'esistenza dei cetacei nell'area era nota, seppur a pochi, fin dall'antichità; tuttavia, studi e ricerche mirate, compiute in mare aperto e sui individui spiaggiati, furono effettuati sistematicamente a partire solo dai primi anni '80 del XX secolo. I dati raccolti consentirono di riconoscere l'interessante valenza biologica del bacino Corso-Ligure-provenzale e la necessità di una sua tutela. L'abbondanza di cetacei in un'area relativamente ristretta è un fatto di notevole valore scientifico ed educativo, che impone scelte responsabili a livello gestionale. Nel mondo, moltissime specie sono a rischio di estinzione e sono state drammaticamente ridotte di numero a causa della caccia commerciale, protrattasi per lungo tempo e condotta in maniera spietata completamente incontrollata. Attualmente i cetacei sono animali protetti e tutelati da diversi accordi internazionali. I cetacei che vivono nell'area del Santuario, dove la "caccia alla balena" non è mai stata praticata se non a livello occasionale, sono minacciati da molti fattori. Si tratta di un bacino solcato da un intenso traffico navale (con forti rischi di inquinamneto acustico, collisioni con gli animali e versamneto di idrocarburi) e sul quale si affacciano alcune nazioni altamente industrializzate e densamente popolate, che in esso riversano scarichi inquinanti di notevole pericolosità. Tra le sostanze più dannose, vanno segnalati i composti organoclorurati, DDT e PCB, che, insieme ai metalli pesanti, si accumulano nei tessuti degli organismi marini, causando nei mammiferi alterazioni del sitema immunitario e delle funzioni riproduttive. le attività di whale watching turistico, se condotte senza rispetto degli animali, possono rappresentare ulteriori fattori negativi, che devono essere contemplati dalle normative atte a regolamentare le attività umane nelle acque del Santuario.

Cetacei: uno sguardo generale

Un lungo processo evolutivo, iniziato circa 60 milioni di anni fa, ha portato un gruppo di mammiferi terrestri ad adattarsi alla vita acquatica. La pelliccia, ch'essi possedevano in origine, è stata sostituita da uno strato di grasso sottocutaneo, più efficace per riparare dal freddo nel nuovo ambiente e con l'ulteriore funzione di riserva energetica. Lo scheletro ha subito consistenti modificazioni, con la scomparsa delle zampe posteriori e la trasformazione delle anteriori in pinne. Al punto che i cetacei oggi appaiono oggi più simili ai pesci che ai loro progenitori. Qualcosa però non è mai cambiato: essi hanno mantenuto la loro natura di mammiferi e pertanto, per respirare, devono tornare periodicamente in superficie. Altra fondamentale caratteristica che si è conservata nel tempo è l'allattamento dei cuccioli, i quali restano in compagnia della madre per alcuni anni. Per procacciarsi il cibo, i Cetacei hanno evoluto differenti strategie. Gli appartenenti al sottordine dei Misticeti, ossia balene e balenottere, sono dotati di una serie di lamine cornee provviste di setole, dette fanoni, le quali consentono all'animale di filtrare l'acqua trattenendo gamberetti e piccoli pesci. Gli Odontoceti, che comprendono tutte le altre specie, son invece provvisti di denti, mediante i quali afferrano le prede dopo averle individuate con il biosonar.

Meganychtiphanes norvegica


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